Recensione di Vicenzo Sacco

Il libro “Mediterraneo” ha come filo conduttore un ritratto della civiltà mediterranea dalle origini al ventesimo secolo e pone in luce quelli che sono stati i punti focali che hanno portato il Mare Nostrum e i paesi che vi si affacciano a diventare una culla della civiltà.

L’autore Fernand Braudel (Lumeville en Ornois 1902 – Saint Gervais les Bains 1985) è stato uno storico francese ed uno dei principali esponenti della École des Annales, che studia le civiltà e i cambiamenti a lungo termine in opposizione alla storia degli avvenimenti. E’ stato direttore della VI sezione dell’École Pratique des Hautes Études (divenuta poi École des Hautes Études en Sciences Sociales) di Parigied uno dei maggiori esponenti del rinnovamento della storiografia francese del ventesimo secolo.

Il testo è una delle sue opere più conosciute e ci consente di individuare il contributo delle diverse culture e ricostruire i processi di osmosi che hanno dato vita alla civiltà mediterranea. L’autore, con la collaborazione di altri cultori di discipline storiche, descrive le numerose culture che si sono sviluppate, incontrate e mescolate nel bacino mediterraneo ed hanno contribuito al suo arricchimento rendendolo cosmopolita. L’approccio è quello di una ricerca che, analizzando l’ambiente del Mare Nostrum attraverso una geografia dei luoghi, aiuta a comprendere le dinamiche del presente partendo dalla conoscenza di tradizioni millenarie. Infatti, l’importazione di innumerevoli elementi da tutto il mondo ha fatto in modo che il Mediterraneo si evolvesse nella dimensione attuale, attraverso l’attività umana che ha trasformato tutto il bacino in un luogo di confronto, di scambio e di fusione di civiltà differenti. Nel corso dei secoli le civiltà che ne hanno accompagnato lo sviluppo hanno rappresentato, ognuna con i propri elementi distintivi, un caso unico. Quella  Romana, ad esempio, ha lasciato un’eredità ideologica che ha avuto un peso innegabile nel pensiero politico, fondamentalmente attraverso l’istituzione del diritto cui viene attribuito il ruolo di perno centrale dello sviluppo politico, economico e sociale della società umana.

Braudel mette in luce come il Mediterraneo abbia visto nascere essenzialmente tre tipi di civiltà. L’occidente cristiano che ha avuto il suo centro a Roma e che nonostante l’avvento dei barbari non è stato distrutto ma è rinato con l’impero medioevale di Carlo V, per arrivare fino ai giorni nostri alla realizzazione dell’Unione Europea. L’Islam proiettato dal Marocco all’Oceano indiano ed infine la civiltà greco-bizantina ponte tra l’Asia minore ed i Balcani.

Tuttavia il ruolo di questo importante bacino è profondamente mutato nel corso del tempo. Negli ultimi secoli i confini del Mediterraneo sono diventati sempre più prossimi, con tutto ciò che ne consegue in termini di avvicinamento di popoli e culture. Ma ogni medaglia ha il suo rovescio e la prossimità ha anche incrementato i problemi. Il Mare Nostrum sembra diventato improvvisamente più piccolo e parallelamente una vera e propria zona di confine tra diverse civiltà. Esso, scrive l’autore, è articolato infatti in vari mari cui corrispondono altrettante terre e rappresenta al medesimo tempo ostacolo e legame tra diversi mondi, talora ostili, che si sono affermati ed anche combattuti ma che possono e devono ritrovare un elemento unificante.

Viene affrontato in uno degli ultimi capitoli del libro il tema delle migrazioni che attraverso questo mare hanno reso possibile una serie di trasferimenti originati da condizioni politiche, contrasti religiosi, contese militari o semplicemente dalla diffusione del mondo mercantile. Attraverso il Mediterraneo l’occidente ha ricevuto la scrittura dei numeri arabi e molti secoli dopo il petrolio, elemento essenziale del moderno sviluppo.

Forse è vero che nel corso dei secoli altri mari hanno messo in crisi il Mediterraneo, le sue potenze marinare e le città che meglio lo rappresentavano. Nell’età dell’Atlantico il Mare Nostrum era già stato relegato ad una funzione secondaria. All’attualità l’ascesa dell’economia cinese ed asiatica ci porta di fronte ad un’altra svolta nella storia delle civiltà con il passaggio da un oceano all’altro. L’asse del mondo potrebbe spostarsi dall’Atlantico al Pacifico, ma ciò deve comportare per gli europei e per i popoli del bacino del Mediterraneo la responsabilità storica di non trasformare questo ulteriore possibile passaggio in un declino.