Recensione di Mojca Nemgar
Andrew Geddes l’autore del libro The Politics of Migration & Immigration in Europe è il direttore del Centro per le politiche migratorie presso l’European University Institute ed è titolare della cattedra in Studio di migrazioni. Prima di entrare all’EUI, è stato professore di scienze politiche all’università di Sheffield, nel Regno Unito. Per il periodo 2014-19, gli è stata assegnata la prestigiosa borsa del Consiglio europeo della ricerca (ERC)per un progetto sulle cause delle migrazioni globali.
Peter Scholten, il “co-autore” del libro, è professore ordinario della Governance di migrazioni e diversità all’Università Erasmus di Rotterdam ed è anche il direttore dell’IMISCOE, la più grande rete accademica di ricerca in Europa su migrazione, integrazione e coesione sociale.
Gli autori nella seconda edizione del libro analizzano la risposta degli Stati Europei alle migrazioni internazionali nel contesto della cosiddetta crisi migratoria. La questione della migrazione ed il dibattito intorno ad essa diventano punti focali dell’agenda europea dalla crisi dei rifugiati del 2015 quando oltre un milione di persone ha raggiunto l’Unione europea.
La maggior parte dei richiedenti asilo arrivano in Europa attraverso due rotte principali. Il percorso centrale che parte dalla Libia e approda alle coste italiane e maltesi. Tuttavia, il traffico di questa rotta è diminuito in modo significativo nel corso del 2015 per dare spazio alla rotta del Mediterraneo orientale, che attraverso la Turchia e i Balcani porta fino in Europa centrale. I Paesi del Mediterraneo sono stati nel 2015 quelli più colpiti dalla crisi migratori, a causa della posizione geografica al confine con il Mare Mediterraneo e la Convenzione di Dublino prevede che il primo stato europeo attraversato da un richiedente asilo è responsabile della sua protezione.
Nel contesto della crisi migratoria le risposte alla crisi dai governi dei paesi europei si sono divise in due principali approcci. Mentre alcuni governi hanno sottolineato l’importanza della responsabilità comune ed una soluzione al livello europeo, sottolineando l’importanza della sensibilizzazione sui conflitti e le disuguaglianze globali, altri hanno etichettato la crisi dei rifugiati come una minaccia per i mercati del lavoro interno ed un ingestibile problema di sicurezza nazionale ed europea.
Gli autori sostengono che, se desideriamo comprendere i meccanismi sottostanti dietro questi approcci antitetici, la migrazione internazionale dovrebbe essere analizzata in modo più ampio e complesso. Le reazioni individuali dei Paesi sono state create sulla base dei modelli storici di immigrazione ed emigrazione interni e secondo il modello delle varie forme di migrazioni (migrazione per ricongiungimento familiare, migrazioni di manodopera, migrazione a fini di studio o migrazione per cercare rifugio) caratteristiche dei diversi paesi.
L’obiettivo principale del libro è presentare come le politiche di migrazione e integrazione sono state sviluppate negli Stati membri e al livello dell’UE. Il secondo obiettivo del libro si sofferma sulle diverse forze motrici delle politiche nazionali di immigrazione. Negli ultimi anni l’espansione dei partiti populisti e di estrema destra si diffuse ovunque nell’Europa, proponendo misure più restrittive per quanto riguarda l’immigrazione. Gli autori illustrano il fenomeno evidenziando la crescente popolarità del Fronte nazionale francese, l’UKIP britannico e il Partito della libertà olandese. Il denominatore dei partiti sopra nominati è la fusione della questione di sicurezza con il fenomeno migratorio e l’attribuzione della colpa all’integrazione europea come la principale fonte del problema.
Gli autori concludono che le politiche europee sull’immigrazione sono formate anche sulla base dei modelli delle politiche nazionali dei Paesi analizzati e che il contesto delle politiche migratorie può essere compreso solo se prestiamo l’attenzione alle particolarità nazionali. Nel caso inglese, francese, olandese o tedesco la politica dell’immigrazione può essere analizzata in modo completo solo se portiamo nella mente collegamenti coloniali e post-coloniali, reclutamento di manodopera dopo la Seconda Guerra Mondiale, mentre nel caso dei Paesi dell’Europa meridionale dobbiamo tenere in conto l’importanza dell’economia informale nella formazione della migrazione irregolare.
L’analisi del contesto della formazione delle politiche migratorie interne è necessaria per l’approfondimento del fenomeno migratorio che è influenzato anche dalle politiche sia a livello europeo che nazionale. L’approccio che cerca di svelare il contesto delle politiche migratorie e della correlazione tra le politiche e la gestione delle migrazioni, da un lato, e la formazione dei flussi migratori, dall’altro rappresenta la migliore caratteristica del libro.